L’idea del progetto Dike presso la Corte di Appello di Firenze nasce dalla riflessione circa l’opportunità di incentivare anche nel secondo grado di giudizio l’utilizzo degli strumenti di gestione alternativa dei conflitti, previsti dalla legge, ma raramente applicati, del pari con la prassi già avviata e oggetto di sperimentazione nel primo grado di giudizio (si veda il progetto Giustizia Semplice presso il Tribunale di Firenze e Giustizia Condivisa presso il Tribunale di Perugia).

Il progetto si propone come il primo in Italia per contenuto e obiettivi e si pone in continuità con la cultura sempre più marcata del giudice settler della controversia, una visione più ricca e ampia di quella del giudice come risolutore della controversia mediante la sentenza attributiva del torto e della ragione secondo lo schema delle posizioni delle parti.

La messa a punto di un progetto che preveda tra i suoi obietti lo sviluppo di una nuova prassi nel secondo grado di giudizio, ha in primo luogo stimolato una riflessione sulle motivazione che dovrebbero spingere le parti in causa a risolvere il conflitto in maniera conciliativa dopo il tempo trascorso (talvolta molto lungo in considerazione dei tempi della giustizia di primo grado e dei termini per la prima udienza in appello) e dopo la reale consapevolezza dell’esito del giudizio di primo grado che ha già stigmatizzato la ragione e il torto, totalmente o parzialmente, tra le parti.

Questa impostazione, chiaramente tipica dello studio della causa in appello, limitatamente peraltro ai motivi per cui esso può essere proposto e comunque nei limiti della motivazione della sentenza di primo grado, non ha comunque fatto desistere la convinzione che sebbene lo stato processuale sia avanzato permane l’interesse a conciliare in talune ipotesi.

Per stimolare una nuova prassi di settlement giudiziario anche in grado di appello, il Dipartimento ha avviato nel mese di novembre 2018 la sperimentazione presso la Corte d’Appello di Firenze, dal nome Dike I.

DIKE I

Nell’ambito del progetto Dike I, quattro borsisti esperti in mediazione selezionati dal Laboratorio Unaltromodo hanno affiancato i Presidenti della Sezione Civile della Corte di Appello di Firenze proponendo, all’esito di uno studio approfondito, la scheda del processo, dettagliata rispetto agli eventi processuali di primo e secondo grado, seguita dalla bozza di proposta conciliativa ex art. 185bis c.p.c. e dal provvedimento di invio in mediazione, cui le parti potranno aderire solo all’esito della mancata conciliazione su proposta del giudice.

Lo studio delle cause è stato condotto nel rispetto delle linee guida del progetto e i criteri di selezione delle cause (criteri di eliminazione direttamente valutabili dalla consultazione del Sicid e criteri di scarto che rilevano dallo studio degli atti e documenti depositati).

In particolare, i criteri di eliminazione attengono a tali variabili:

  • i a ruolo: sono eliminate le cause iscritte a ruolo dopo il giorno 01.01.2017;
  • tempi udienza: sono eliminate le cause per le quali è fissata udienza nel tempo inferiore a sei mesi dall’inizio del progetto;
  • materia: sono considerate estranee al progetto Dike le cause vertenti in materia di famiglia, lavoro, locazioni, bancario, cause di diritto amministrativo, altre leggi e istituti speciali, esecuzioni, opposizioni a ordinanza di ingiunzione ex art. 22, procedure concorsuali, indisponibilità dei diritti;
  • natura delle parti: sono eliminate le cause che presentano tra le parti un ente pubblico e/o una Banca;
  • fase processuale: sono eliminate le cause che si trovano in fase istruttoria.

Applicati i criteri di eliminazione, sono stati poi individuati i criteri di scarto dei fascicoli, che attengono alla singola causa e ad alcune caratteristiche della stessa che emergono solo all’esito di un primo studio del fascicolo. I criteri di scarto sono così riassumibili:

  • contumacia;
  • rinuncia agli atti;
  • assenza del difensore;
  • mancanza del fascicolo di primo grado;
  • comparsa di risposta non ancora depositata;
  • rinvio per trattative; differimento udienza; rinvio in Cassazione;
  • già predisposto invio in mediazione dalla Corte;
  • già effettuato un tentativo effettivo di mediazione (anche in primo grado).

Dalla selezione dei fascicoli secondo i criteri appena ricordati, residuano le cause da studiare per la valutazione di conciliabilità e mediabilità.

Al termine dello studio del borsista, qualora siano ravvisati indici di conciliabilità e mediabilità, la scheda del processo e la bozza di provvedimento vengono inviate al Presidente di Sezione che, alla prima riunione utile, ne discute con il Collegio. Qualora il Collegio approvi il provvedimento, il Presidente invia tutto alla Cancelleria per la notifica dello stesso alle parti.

A questo punto le parti hanno un tempo iniziale per scegliere se aderire alla proposta conciliativa e se non lo fanno, hanno il tempo sufficiente per depositare l’istanza di avvio della procedura di mediazione demandata innanzi all’Organismo. Nel termine di sei mesi, la procedura dovrebbe concludersi e le parti faranno ritorno all’udienza già fissata con gli esiti del percorso di conciliazione e/o mediazione. Il provvedimento di invio in mediazione non va ad incidere sui tempi processuali, in quanto l’udienza è già stata fissata e permette alle parti, medio tempore, di considerare la proposta giudiziale ed eventualmente avviare un percorso di mediazione.

In ragione degli esiti positivi registrati nell’ambito del progetto Dike I in termini di deflazione del carico giudiziale, nel mese di ottobre 2020 è stata avviata la seconda fase del progetto, che in accordo con i Presidenti delle Sezioni della Corte d’Appello di Firenze, si è concentrato sull’affiancamento dei borsisti per lo studio della mediabilità delle cause e l’ordine di invio in mediazione ai sensi dell’art. 5, co. 2, D. Lgs. 28/2010.

DIKE II

Nell’ambito del progetto Dike II, quattro borsisti esperti in mediazione selezionati dal Laboratorio Unaltromodo hanno affiancato i Presidenti della Sezione Civile della Corte di Appello di Firenze proponendo, all’esito di uno studio approfondito, la scheda del processo, dettagliata rispetto agli eventi processuali di primo e secondo grado e la valutazione di mediabilità in concreto seguita dalla bozza di provvedimento di ordine di invio in mediazione.

I criteri di selezione dei fascicoli da studiare nel merito per la valutazione di mediabilità, si è arricchita di ulteriori variabili, così sintetizzabili:

Criteri di eliminazione:

  • materia: sono stati eliminati i fascicoli in materia di famiglia, lavoro, le cause aventi ad oggetto diritti indisponibili, le cause di diritto amministrativo, le esecuzioni, le opposizioni a ordinanza di ingiunzione ex art. 22 nonché le procedure concorsuali;
  • fase processuale: sono state eliminate le cause in cui è già stata tenuta udienza per la precisazione conclusioni o udienza ex art. 281 sexies o quinquies c.p.c.;
  • anno di iscrizione a ruolo: sono eliminate le cause iscritte negli anni 2019 e 2020.

Criteri di scarto:

  • contumacia di una delle parti sostanziali della causa;
  • mancanza del difensore per intervenuta rinuncia al mandato del precedente difensore;
  • mancanza del fascicolo di primo grado;
  • mancanza degli atti introduttivi dell’appello;
  • le parti hanno depositato una proposta transattiva;
  • intervenuta rinuncia agli atti;
  • una delle parti in appello è un ente pubblico;
  • il processo è in piena fase istruttoria e l’udienza è fissata per l’assunzione delle prove;
  • attesa esito filtro 348 c.p.c.;
  • carenza assoluta legittimazione attiva o passiva o altra questione pregiudiziale rilevante;
  • già esperito tentativo effettivo di mediazione (volontaria, obbligatoria, per ordine del giudice) prima dello studio del borsista;
  • pendenza del procedimento di querela di falso di atto o documento avente valore probatorio nella causa oggetto di studio.

A tali criteri di selezione, possono aggiungersi quelli risultanti dalle indicazioni fornite dal singolo magistrato circa il proprio personale convincimento sull’opportunità dell’invio in mediazione, attesa la fase istruttoria o la particolare natura delle argomentazioni svolte dalle parti (a prescindere dalla concreta mediabilità).

I fascicoli che residuano da tale selezione sono studiati nel merito per la ricerca degli indici di mediabilità.

L’esito dello studio è di due tipi: proposto invio in mediazione o non mediabile.

In caso di proposta, viene redatta dal borsista la scheda del processo dettagliata sui vari passaggi processuali della causa e corredata da una valutazione di mediabilità sul caso concreto. Alla scheda viene allegata la bozza del provvedimento di invio in mediazione.

Questi documenti vengono inviati ai Presidenti che procedono all’analisi secondo la metodologia già adottata nell’ambito del progetto Dike I.

Il metodo di studio e i principi di analisi dei fascicoli di secondo grado ha sicuramente rappresentato il momento più innovativo del progetto Dike, sia nel primo anno di sperimentazione che nel secondo anno, in quanto la valutazione degli indici di mediabilità – come effettuata in primo grado – si è arricchita di nuovi elementi che tengono conto del grado di attendibilità della sentenza di primo grado, della possibile totale o parziale riforma della sentenza e dell’analisi dei motivi di appello e ciò al fine di esplorare gli interessi delle parti in ordine a ciascuno di tali elementi per apprezzare il grado di appetibilità della valutazione del borsista.

Inoltre, lo studio si è distinto da quello condotto nelle cause di primo grado, in quanto nel caso di specie si è trattato di valutare le posizioni delle parti, tentare di avvicinarle, mediante la formulazione di una proposta conciliativa, che viene avanzata ad uno studio sommario, ma deve pur essere coerente con gli atti e documenti di causa di primo e secondo grado.

Il Laboratorio Unaltromodo sta conducendo mensilmente un monitoraggio degli esiti dell’attività di affiancamento dei borsisti e non appena saranno disponibili produrrà un Report sugli esiti delle procedure di mediazione avviate su ordine dei Presidenti della Corte e sui provvedimenti adottati all’udienza di ritorno.