Ambiti di applicazione e nuove competenze professionali dell’avvocato

In occasione dell’Assemblea del Congresso Nazionale Forense, svoltasi a Roma, lo scorso 5 e 6 aprile, è stata presentata una mozione per il rafforzamento della mediazione civile e commerciale e per la mediazione familiare.

Sulla scia della mozione n. 150 presentata ed approvata al Congresso di Catania, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Vasto ripropone all’attenzione del mondo forense un tema fondamentale per la crescita e lo sviluppo della professione di avvocato.

In quest’ottica, si inserisce la proposta di rafforzare la mediazione civile e commerciale, prevista e disciplinata dal D. Lgs. 28/2010, mediante l’introduzione nell’art. 5, co. 1 bis di ulteriori materie ove è utile predisporre il tentativo obbligatorio di mediazione, in particolare quelle aventi forte contenuto relazionale. La proposta si oppone a qualsiasi tentativo legislativo di modifica dell’istituto della mediazione obbligatoria che ha dimostrato di avere particolare successo nelle materie successoria, di divisione e dei diritti reali.

Il rafforzamento e l’integrazione delle materie in cui è auspicabile il ricorso a strumenti di giustizia complementare al processo, porta con sé come fondamentale corollario, la necessità di mantenere la mediazione obbligatoria come condizione di procedibilità del processo, come previsto e disciplinato nel decreto legislativo.

E ciò nella direzione auspicata anche dalla giurisprudenza che sempre più ed in maniera unanime rafforza il ruolo della mediazione e i controlli sull’effettivo esperimento del procedimento di mediazione, pena l’improcedibilità della domanda di giustizia innanzi al Giudice.

Ulteriore aspetto innovativo della mozione, è stato il richiamo alla necessità di integrare il ruolo degli Organismi di Conciliazione Forense anche in materia di mediazione familiare, e non solo civile e commerciale. Gli Organismi potrebbero difatti prevedere delle sezioni dedicate a questa tipologia di controversia ove in ragione della natura del conflitto è più che mai auspicabile il confronto e il dialogo finalizzati ad una composizione civile e pacifica della controversia, del pari a quanto già predisposto dagli organismi di Firenze, Milano, Prato, Bologna, Varese, Monza, Busto Arsizio, Urbino ed altri.

Unitamente al rafforzamento dell’attività degli Organismi, si prevede un percorso ad hoc di formazione degli avvocati che vogliano svolgere attività di mediazione familiare, dimostrando quindi una peculiare attenzione verso l’acquisizione di competenze che profilano un nuovo professionista del conflitto.