Il 23 dicembre 2019 il Ministro della Giustizia ha istituito, con apposito decreto, il Tavolo Tecnico sulle procedure stragiudiziali in ambito civile e commerciale.

In molti paesi i cosiddetti strumenti ‘adr’ (alternative dispute resolution) hanno ormai consolidato il proprio ruolo nell’amministrazione della giustizia. Il legislatore comunitario sin dalla fine degli anni ’90 ha incentivato il ricorso alla mediazione quale canale privilegiato per la gestione di un numero crescente di controversie.

In Italia la mediazione è stata introdotta nel 2010 e la negoziazione assistita nel 2014. Dopo qualche scossa di assestamento, negli ultimi anni si è assistito ad un crescente contributo di questi strumenti nella gestione del conflitto, sia giudiziale che stragiudiziale.

Alcuni corpi istituzionali, tra cui Tribunali, Università e Camere di Commercio, si sono attivati per promuovere la conoscenza e l’utilizzo di questi strumenti sul territorio.

Tra le iniziative di maggiore portata può menzionarsi il progetto Giustizia Semplice che ha interessato il biennio 2018-2020 ed è stato promosso in attuazione del Piano strategico della Città Metropolitana di Firenze, con il coinvolgimento del Tribunale di Firenze, dell’Università degli Studi di Firenze, della Camera di Commercio di Firenze e della Fondazione Cassa di Risparmio. La principale finalità è stata quella di affinare ed intensificare l’utilizzo della mediazione su ordine dei magistrati durante il processo. I risultati del 2018 sono già stati analizzati: con riferimento unicamente alla terza sezione civile ed alla sezione specializzata imprese del Tribunale di Firenze il progetto ha portato all’invio in mediazione di circa 1.300 procedimenti pendenti, con 295 accordi raggiunti in mediazione e 487 procedimenti comunque estinti a seguito dell’ordine di tentare la mediazione emesso dal magistrato.

Simili risultati sono valsi una menzione del ‘modello fiorentino’, sorto già con il precedente progetto ‘Nausicaa’, nel prestigioso rapporto annuale ‘Doing Business’ 2020, curato dalla Banca Mondiale, che presenta la classifica dei Paesi in base alla «facilità di fare impresa».

In particolare, nel rapporto dedicato all’Italia, il paragrafo che tratta la facilità di ottenere l’esecuzione dei contratti per le vie legali sottolinea l’efficacia della mediazione e il risparmio di tempi rispetto ad un grado di giudizio.

L’iniziativa del Tavolo Tecnico getta dunque uno sguardo lungimirante sull’amministrazione della giustizia e non solo: alla soglia del decennio dall’introduzione in Italia della mediazione, il sostrato culturale e sociale appare maturo per un ulteriore investimento in questi strumenti e nella professionalità di chi li fornisce. La peculiare finalità del Tavolo è quella di favorire la creazione di modelli innovativi e la circolazione delle buone prassi in tutto il territorio nazionale per aumentarne la diffusione e l’impatto delle ‘adr’ in Italia.

In questo momento tuttavia ogni iniziativa è permeata di un’urgenza alla quale non si può sfuggire. È chiaro a tutti che la pandemia originata dal Covid-19 travalica le analisi degli esperti e gli sforzi profusi dalla classe politica per arginarla. Le ricadute economiche non possono ancora comprendersi a pieno ma la loro gravità è indubbia.

In questo scenario il sistema Giustizia italiano vive una crisi nella crisi. All’arretrato che da sempre mina l’efficienza della giustizia si aggiungono adesso le potenziali conseguenze di questa emergenza: lo stop forzato di molti servizi offerti dagli Uffici giudiziari comporterà, alla riapertura, un immediato sovraccarico e la sospensione delle attività economiche sarà indubbio motivo di contenzioso.

Queste ulteriori conseguenze negative sono ineluttabili, non è opportuno sgomentarsi. Diversamente è l’occasione per mostrare intelligenza, coesione sociale e resilienza.

Per queste ragioni il Tavolo Ministeriale sulle Procedure stragiudiziali in ambito civile e commerciale ha promosso il Manifesto della Giustizia Complementare alla Giurisdizione. Tale Manifesto ha visto la solidale adesione da parte di figure di spicco appartenenti alle maggiori università italiane e al mondo accademico.

È importante comprendere che il Manifesto non si riferisce soltanto all’immediatezza o ai prossimi mesi ma intende risvegliare la consapevolezza dei cittadini, degli avvocati, dei giudici, dei mediatori, delle imprese, dell’accademia, della pubblica amministrazione e del Governo: la crisi del sistema Giustizia non si esaurirà con l’emergenza covid-19 ed è necessario gestirla insieme, scegliendo con intelligenza gli strumenti migliori per farlo. Privilegiare la mediazione e la negoziazione appare una scelta di rilievo collettivo e non soltanto individuale.

La mediazione non eviterà soltanto il sovraccarico dei Tribunali, con ulteriori danni per il sistema economico, ma permetterà anche di raggiungere velocemente soluzioni di qualità, specie nelle controversie contrattuali, ove sarà possibile riattivare il dialogo tra le parti alla ricerca di una possibilità di prosecuzione del rapporto o, perlomeno, di un accordo che tenga conto degli interessi delle parti.

La mediazione, ancor più della negoziazione, beneficia della presenza personale delle parti coinvolte intorno allo stesso tavolo. La riunione intorno al tavolo ovale è divenuto il simbolo stesso di questa pratica, in contrapposizione alla logica avversariale che caratterizza il processo.

In questo momento di crisi tuttavia i cittadini debbono ricordare che la mediazione è un procedimento informale, nel quale la libertà delle parti si esplica anche nella materiale organizzazione degli incontri che, secondo quanto dispone la legge, possono svolgersi anche con modalità telematiche. Oggi siamo costretti alla distanza ma i professionisti, avvocati e mediatori, conoscono già gli strumenti per gestirla. I provvedimenti urgenzali adottati dal Governo hanno previsto che le mediazioni promosse prima del 9 marzo 2020 che costituiscono condizione di procedibilità sono sospese sino all’11 maggio 2020. Tuttavia, ciò non impedisce, ove vi sia accordo delle parti, di gestire la procedura in via telematica.

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